Viva il Made in Italy

Nelle ultime settimane si sente parlare sempre di più della protesta degli agricoltori contro le politiche agricole dell’Unione Europea. Gli agricoltori italiani colpiti da una crisi profonda infatti, seguendo le proteste iniziate in Germania e poi in Francia, si sono uniti e scesi in piazza con i loro trattori protestando e chiedendo sostegno al Governo regionale, nazionale ed europeo. Tra i vari motivi emerge la difficoltà di continuare a produrre grano e mais, dalla volontà di tutelare i terreni fertili contro l’avanzata di impianti di energia rinnovabile, infatti la comunità Europea ha erogato contributi per non coltivare terre fertilissime per l’installazione di pali eolici o pannelli fotovoltaici, di rivedere i prezzi all’ingrosso, no alla carne sintentica e i cibi a base cellulare, no alla farina di cavallette come cibo all’aumento dei costi dei mutui, del carburante e alla legge di bilancio che reintroduce l’Irpef agricola.

Il settore agricolo ha sempre guardato con sospetto le misure da 55 miliardi di euro introdotte per rinnovare la Politica Agricola Comune e renderla più sostenibile. Le misure infatti prevedono l’obbligo di destinare almeno il 4% dei terreni coltivabili a funzioni non produttive, nonché l’obbligo di effettuare rotazioni delle colture e di ridurre l’uso di fertilizzanti di almeno il 20%. Ma secondo molti agricoltori, queste misure non faranno altro che rendere il settore agricolo europeo meno competitivo rispetto alle importazioni.

Mi associo al grido “Difendiamo il Made in Italy contro le ingerenze della Comunità Europea”.

Mi chiedo:

è normale tutto questo? Com’è possibile chiedere ad un Paese di non coltivare più la propria terra, di non produrre il grano, di indurci a mangiare farina di grillo, carne sintetica quando abbiamo allevamenti e coltivazioni di eccellenza? Uno schiaffo in pieno viso nei confronti di un settore di straordinaria preziosità che fa invidia al mondo intero. Ribadisco la mia piena solidarietà e appoggio alle proteste pacifiche che si stanno sviluppando sui territori.

Viva il Made in Italy!

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