Vi ricordate quando circa un anno fa ci trovammo a discutere della carenza di autisti, di quanto sia difficile avvicinare i giovani in questo settore, sfiduciati da periodi grigi, con un futuro che li porterebbe lontano dagli affetti e senza un’adeguata remunerazione, della lunga trafila per l’ottenimento delle patenti e del loro eccessivo costo?
Diciamo che col nuovo governo qualche cambiamento si intravede e il 27 gennaio scorso, il Ministero del Trasporto, attraverso una comunicazione ufficiale, ha annunciato i tempi di apertura della piattaforma inerente le richieste del contributo economico per il conseguimento delle abilitazioni per la conduzione dei mezzi industriali e degli autobus (C1, C1E, C, CE, Carta di qualificazione del conducente – CQC, D1, D1E, D, DE).
Lo Stato ha messo a disposizione fino al 31 dicembre 2026, circa 25,3 milioni di euro, da suddividere per un massimo di euro 2.500 per ciascuna istanza. Un’iniziativa destinata a tutti coloro che intenderanno ottenere le abilitazioni succitate. Si tratta di un contributo erogato sotto forma di rimborso pari all’80% della spesa sostenuta per conseguire la patente e l’abilitazione alla guida professionale (CQC), fino ad un massimo di 2.500 euro.
Questo bonus è rivolto a giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni che vogliono diventare autotrasportatori di professione.
Dopo tanti proclami penso sia giusto epilogo verso una categoria che sostiene una parte fondamentale e decisiva dell’intera economia nazionale e che rappresenta il 9% del PIL in Italia e che dunque merita l’attenzione delle istituzioni affinché l’autotrasporto e la logistica possano essere messi in condizioni di lavorare con serenità e garantire i servizi necessari all’intera comunità e allo stesso tempo alle future famiglie.
Che sia un’iniziativa ben voluta che riesca ad avvicinare i giovani ai mezzi pesanti per lavorare nel settore dell’autotrasporto? Staremo a vedere, ma è oggettivo che un passo importante è stato compiuto.