Settembre, l’inizio di un nuovo anno di lavoro. Problematiche vecchie, nuovi suggerimenti

Abbiamo affrontato già in passato l’argomento della carenza di autisti, una problematica riguardante non solo il nostro Paese, ma tutta l’Europa che rischia di mettere in ginocchio il trasporto merci su strada. La richiesta di camionisti da parte delle aziende è costante, ma la disponibilità di autisti professionisti diminuisce. Gli autisti andati in pensione e quelli stranieri rientrati nella loro Patria per la gran parte non sono stati sostituiti con nuove assunzioni, come regolarmente dovrebbe essere. Quali sono le cause di questo disagio che stanno allontanando sempre più velocemente i giovani da questo mondo?

Sicuramente lo stress, le condizioni di lavoro, gli eccessivi costi per ottenere la patente di guida, i vari malumori che ci sono stati negli ultimi anni a causa di Governi che non hanno tutelato abbastanza questo settore e credo anche la presenza di pochissimi Istituti Tecnici di Trasporto e Logistica. Quanti ragazzi conosciamo infatti che hanno un Diploma di Maturità in Logistica e Trasporti? Forse nessuno!!!


Ecco, con l’inizio di settembre ho pensato a questa cosa: perché esistono poche scuole pubbliche in tutta Italia che abbracciano questo settore? Perché negli open day che si effettuano ogni anno per aiutare i giovani a scegliere un istituto per indirizzarli sul loro futuro, non viene mai presentato questa opzione? Forse bisognerebbe spingere su questo argomento. Un Istituto pubblico di istruzione secondaria permetterebbe alle nuove generazioni di apprendere, capire e studiare la logistica e il trasporto a 360° con conoscenze all’avanguardia, di poter lavorare nel campo della logistica, del trasporto o dell’autotrasporto con la possibilità di poter fare il corriere pubblico o privato o un inserimento nelle amministrazioni delle aziende. Anche se resto dell’idea che bisognerebbe ottenere con più facilità la patente CQC per poi applicare e imparare il vero mestiere con una prospettiva diversa, con innovazioni future e con una base scolastica già comprovata.


Un secondo intervento da introdurre da parte del Governo, per colmare il rientro degli autisti stranieri nel loro paese d’origine, è modificare la politica dell’immigrazione per motivi di lavoro al fine di far arrivare in Italia un flusso di immigrati da formare ed integrare nelle aziende. C’è bisogno di ridurre la burocrazia per consentire un’immigrazione legale più agevole per i potenziali conducenti con sovvenzioni ed interventi nei programmi di formazione e di integrazione nazionale. Restiamo qui a vigilare se questo Governo introdurrà azioni concrete per la risoluzione di questa problematica.


Nel frattempo, resta vivo l’SOS lanciato dal mondo della logistica e dell’autotrasporto con la scritta: cercasi autisti!

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Uno shop per gli autotrasportatori.

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