Siamo giunti a novembre, ancora con un bagaglio colmo di mancate soluzioni per la categoria. Tra i soliti disagi, mi soffermo su quello più recente, ossia la modalità di presentazione della domanda per il recupero del credito d’imposta pari al 28% del costo del gasolio del primo trimestre 2022, ancora non usufruibile per le imprese. Le procedure non sono per niente intuitive, leggere o veloci, complicando e non di poco la domanda con un sistema balordo e fuorviante.
Le aziende hanno anticipato il credito per andare avanti, per non fermarsi, ancora una volta in condizioni di estrema difficoltà e la complessità della compilazione della succitata domanda ha addirittura escluso tanti richiedenti perché non avvenuta nei termini corretti.
Perché non semplificare la procedura? Mah…
In questi giorni, il 4 novembre, sarà possibile presentare la domanda per il credito d’imposta sugli acquisti dell’Ad Blue. Il rimborso sarà concesso secondo l’ordine di arrivo delle richieste a partire dalle ore 10,00 fino all’esaurimento dei fondi (29,6 milioni di euro) e, comunque, non oltre il 21 novembre prossimo. Si utilizzerà la medesima piattaforma già utilizzata per il “bonus gasolio” e le richieste dovranno essere presentate con le stesse modalità già previste, sperando che il risultato non sia uguale alla domanda per il recupero del carburante che dopo mesi ancora si può compensare.
Politica e nuovo Governo: auguri al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni ed al nuovo esecutivo al quale va il mio più sincero in bocca al lupo.
Una pacca sulla spalla al Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili (MIMS), On. Matteo Salvini, ai viceministri Galeazzo Bignami, Edoardo Rixi e al giovanissimo sottosegretario Tullio Ferrante. A loro il gravoso compito di risollevare la categoria, con la speranza che si possa instaurare un’interlocuzione seria ed efficace per la risoluzione dei gravosi problemi della categoria. Un primo segnale potrebbe essere quello di reinserire di nuovo il termine “Trasporto” nella dicitura del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili eliminato nel febbraio 2021 con il governo Draghi. Un provvedimento di forma e non di sostanza, certo, ma che darebbe un segnale alla categoria di inclusione e di distensione con l’obiettivo di accorciare le distanze tra istituzioni, associazioni di categoria e imprenditoria.
Mi auguro inoltre, che il Ministero possa adottare strategie più leggere, soluzioni veloci, pratiche, incisive, necessarie e di facile comprensione, un’inversione di rotta in discontinuità dal rendere tutto complicato, complesso e difficile.