Dibattito su sistema portuale italiano

Rixi: “Gli scali nazionali devono restare pubblici. Occorre solo superare alcune rigidità”

Il tema della riforma dei porti e della possibile privatizzazione delle società di gestione è stato argomento di confronto alla recente festa ligure di Fratelli d’Italia, a Beverino. Presenti alcuni vertici nazionali degli operatori di settore, i terminalisti, gli ormeggiatori, i sindacati ed il viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti (Mit), Edoardo Rixi. Da quanto emerso, la volontà è quella di superare alcune rigidità della riforma 2016, ma niente stravolgimenti. 

“Praticamente abbiamo anticipato le audizioni per la riforma che dobbiamo fare questo mese”, è il commento di Rixi, secondo il quale “i porti devono restare pubblici” ed “il sistema delle concessioni, con qualche distinguo, va bene così com’è”, anche se la creazione di una struttura centralizzata per il controllo degli oltre 60 scali della penisola, impone allo Stato di reperire nuove risorse anche dal privato. 

Nel tritacarne finiscono invece le autorità portuali indipendenti, segnalate varie volte all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), nei confronti di cui ogni rappresentanza ha qualche conto in sospeso. Per esempio, il segretario generale Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, si chiede “se effettivamente queste autorità siano indipendenti o non seguano l’indicazione di qualcuno”. Gli fa eco il segretario generale ligure di Fit Cisl, Mauro Scognamillo, che ricorda la necessità di tutelare i lavoratori, che sono “l’anello più debole della catena”.

Condividi l'articolo

Uno shop per gli autotrasportatori.

Articoli Recenti