Pacchetto Mobilità: la Corte di giustizia europea annulla l’obbligo di rientro dei veicoli ogni otto settimane presso la sede operativa dell’impresa

La Corte di Giustizia europea, con una recente sentenza riguardante l’autotrasporto internazionale, ha confermato la maggior parte delle disposizioni contenute nel primo Pacchetto Mobilità annullando però l’obbligo dei veicoli di ritornare alla sede operativa dell’impresa ogni otto settimane.

In particolare, la Corte ha emanato questa decisione a seguito dei ricorsi di Lituania, Bulgaria, Romania, Cipro, Ungheria, Malta e Polonia (in alcuni casi sostenuti da Belgio, Estonia e Lettonia) che riguardavano i seguenti aspetti del Pacchetto:

  • divieto per i conducenti di prendere il riposo settimanale regolare o compensativo nel veicolo;
  • obbligo per le imprese di trasporto di organizzare il lavoro dei conducenti in modo che possano tornare al centro operativo dell’impresa o al loro luogo di residenza ogni tre o quattro settimane per prendere il riposo settimanale regolare o compensativo;
  • anticipo della data di entrata in vigore dell’obbligo di installare tachigrafi intelligenti di seconda generazione;
  • obbligo per i veicoli utilizzati nel trasporto internazionale di tornare ogni otto settimane al centro operativo nel Paese di stabilimento;
  • periodo di attesa di quattro giorni, durante il quale gli autotrasportatori non residenti non possono effettuare operazioni di cabotaggio nello stesso Stato membro dopo aver completato un ciclo di cabotaggio;
  • classificazione dei conducenti come “lavoratori distaccati” durante le operazioni di cabotaggio, trasporti tra Stati membri diversi (operazioni di “cross trade”) o alcune operazioni di trasporto combinato, con conseguente applicazione delle condizioni di lavoro in vigore nello Stato membro ospitante

A fronte di queste istanze la Corte ha respinto praticamente tutti i ricorsi sostenendo che la ratio del Pacchetto Mobilità è quella di bilanciare meglio gli interessi dei conducenti e datori di lavoro cercando di migliorare le condizioni sociali di lavoro e garantendo condizioni commerciali che siano le più eque possibili.

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