Natale incerto tra speranze e futuro: in attesa di una scossa

Il clima freddo, le lucine natalizie per la strada, l’odore delle caldarroste, dei carciofi arrostiti. Nell’aria si sente il profumo del periodo più bello dell’anno, il profumo del Natale, il calore della famiglia, quella sensazione che ci scalda il cuore dove riemerge la malinconia di una infanzia passata e le riflessioni di un futuro incerto. La famiglia, la nostra ancora di salvataggio, i nostri figli, che tra le preoccupazioni per un loro avvenire, riescono sempre a farci emergere un sorriso sincero.

Dove andremo a finire? Quale sarà la mossa giusta? Riusciremo a garantire loro un lavoro, una vita serena? Tanti sono i sacrifici che facciamo per noi, per loro e tanti sono gli interrogativi che in questo periodo dell’anno riaffiorano nelle nostre menti. Il mondo vive in un clima di enormi incertezze, alimentate da continui aumenti dei costi, guerre, pandemie; troppe cose sono successe negli ultimi due anni, troppi i cambiamenti a cui ci siamo dovuti sottostare ed adattare per forza di cose ed ogni giorno si cercano soluzioni per noi, per la nostra vita, per il nostro amato trasporto. Mi rendo conto che non è semplice per i nostri legislatori trovare e formulare le giuste soluzioni, impegnati con una serie di criticità e coinvolti in un periodo storico molto, molto particolare, indaffarati con l’erogazione di sostegni a destra e a sinistra e sommersi di priorità. A loro si chiede un’azione amministrativa di buon senso volta a garantire, attraverso una programmazione seria ed efficace, una stabilità politica che possa in breve tempo ripristinare almeno un minimo di serenità e prospettiva. Ed invece oggi ci troviamo a fare le corse per arrivare davanti ad un PC per rientrare nei termini consentiti per accedere a domande, a finanziamenti, a rimborsi. Viviamo in balia di decisioni e processi governativi a volte giusti, a volte errati. Ribadisco, non è affatto facile, però auspico che i provvedimenti vengano adottati consultando le associazioni di categoria che, scevri da compromessi, pressioni sindacali e aspetti che nulla hanno a che vedere con l’autotrasporto, dovrebbero guidare i processi di ripresa attraverso le proposte di chi realmente conosce la materia e le criticità di un settore fondamentale per tutto il Paese.

Abbiamo pensato di spegnere il motore? Sì che ci abbiamo pensato, ma poi? Guardiamo le nostre aziende e consideriamo se possa essere la scelta opportuna per loro, perché per la maggior parte di noi autotrasportatori, l’azienda rappresenta non solo il nostro lavoro, ma la nostra origine, la nostra vocazione ereditaria di chi è cresciuto con il mito dei giganti della strada.

Illusi? No, ancora una volta speranzosi.

Concludo questo editoriale di dicembre per porgere i miei auguri di Natale a voi, cari lettori, amici e colleghi ed a tutti i vostri cari.

Che questi giorni possano far riemergere l’ottimismo dei tempi migliori e guardare con prospettive più rosee il nostro futuro e quelle delle generazioni future.

Buon Natale!

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Uno shop per gli autotrasportatori.

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